La ricerca

La ricerca sul cancro pediatrico è organizzata in diversi settori, collegati e articolati tra loro, indispensabili per il miglioramento della prevenzione, della diagnosi, della prognosi e della terapia del tumore, settori che, in base agli obiettivi che perseguono, possono essere distinti in:

  • ricerca di base;
  • ricerca preclinica;
  • ricerca traslazionale;
  • ricerca clinica;
  • ricerca epidemiologica.

Sosteniamo la

ricerca di base

Per ricerca di base si intende l’attività sperimentale o teorica per acquisire nuove conoscenze su fenomeni biologici fondamentali, iniziata senza la previsione di una particolare applicazione:

  • è guidata soprattutto dalla curiosità del ricercatore che vuole conoscere, per esempio, il meccanismo molecolare che sta alla base del cancro pediatrico;
  • è portata avanti sui banconi del laboratorio, tra provette e reagenti chimici e fa capire come funzionano i geni o come lavorano le proteine all’interno dell’organismo;
  • è fondamentale per contrastare in modo sempre più efficace e sicuro la comparsa del tumore e per creare nuovi farmaci mirati verso bersagli precisi.

Sembra molto distante dal paziente ma, in realtà, è il punto di partenza per raggiungere informazioni preziose sul comportamento di una specifica cellula, di una determinata proteina, di un particolare gene, ecc. e di come poter agire su di essi per ostacolare la formazione del tumore.

Sosteniamo la

ricerca preclinica

Si tratta di un tipo di ricerca essenziale per valutare gli effetti che una nuova cura potrebbe avere sull’organismo umano, prima di passare alla sperimentazione diretta sul paziente. Per evitare rischi pericolosi i ricercatori devono verificarne l’efficacia e soprattutto la sicurezza in modelli sperimentali in vitro. La ricerca preclinica è indispensabile per valutare un nuovo farmaco, ma anche nuovi strumenti clinici o diagnostici, nuove strategie per la somministrazione dei farmaci eccetera.

Sosteniamo la

ricerca traslazionale

E’ un ponte tra la scienza e la medicina. Viene ben rappresentata dalla frase “dal bancone del laboratorio al letto del paziente” (in inglese, “from bench to bedside“): in campo oncologico, la ricerca traslazionale verifica la possibilità di trasformare le scoperte scientifiche che arrivano dal laboratorio in applicazioni cliniche per ridurre l’incidenza e la mortalità per cancro.
La ricerca traslazionale viene affidata a ricercatori che hanno conoscenze sia dei meccanismi molecolari, che delle esigenze dei pazienti e della pratica clinica e spesso le informazioni che vengono dall’applicazione clinica, possono indurre modifiche e aggiustamenti della ricerca di base.

Sosteniamo la

ricerca clinica

Tratta di sperimentazioni che coinvolgono i pazienti, in modo da poter valutare la bontà di un nuovo medicinale o di una nuova terapia in larga scala, su un grande numero di individui, per poter effettuare anche un’attenta analisi statistica di effetti e benefici. L’adesione a una sperimentazione clinica è volontaria e i partecipanti, o i loro tutori, sono tenuti a firmare un “consenso informato”, un documento che li informi sulle modalità di esecuzione, i benefici, gli effetti collaterali e i rischi ragionevolmente prevedibili, l’esistenza di valide alternative, eccetera.

Sosteniamo la

ricerca epidemiologica

Si occupa di esaminare la distribuzione della malattia nella popolazione, i fattori di rischio per la sua comparsa e la relazione con abitudini e stili di vita; analizza l’efficacia degli esami preventivi e degli screening per la diagnosi precoce, valutando il rapporto tra costi e benefici. Le analisi epidemiologiche sono messe in relazione con le caratteristiche genetiche degli individui.